lunedì 8 aprile 2013

Litfiba Trilogia Tour: Padova fa le veci del Triveneto e non delude



E se qualcuno ti domandasse: “che cos’è la perfezione, in campo musicale?” potresti dire che non esiste nulla di perfetto.
Ma potresti anche rispondere che, forse, qualcosa che alla perfezione si avvicina, esiste.

Sabato sera i Litfiba, formazione originale anni Ottanta (Pelù – Renzulli – Aiazzi – Maroccolo), con la new entry Luca Martelli alla batteria, erano a Padova per il loro già leggendario “Trilogia Tour” (1983-89) – tutte le date italiane sold out.
Avvicinarsi a questo tipo di evento è già, di per sé, come entrare nel tempio della musica, in un luogo sacro in cui sai che non stai per assistere ad un semplice concerto, ma ad un pezzo di storia della grande musica italiana che, finalmente, ricompone i suoi pezzi e ti investe di emozioni.
Emozioni inenarrabili, difficile anche offrire una descrizione a parole. Appena li vedi entrare, appena senti il primo attacco, già ti rendi conto di essere al cospetto di qualcosa di unico.
E ce n’era per tutti. La grandezza di questo gruppo, che nonostante il passare degli anni sa essere ancora così dannatamente attuale, era tutta lì, illuminata dagli sguardi di oltre quattromilacinquecento spettatori incantati.
Energia ed emozione, non credo esista miglior binomio per rendere onore a ciò cui si è assistito al PalaGeox del capoluogo euganeo.

Tra il disperatamente energico e veemente sound di pezzi come Cane o Resta, e l’onirica atmosfera di una Ballata o di un Re del Silenzio, o ancora tra l’emozione pura e commovente di Louisiana e le brillanti note di pezzi dei “Paleolitfiba” come Guerra, ce n’era veramente per tutti.
Ce n’era per pogare, ce n’era per sognare, ce n’era per piangere di emozione.
E allora, tornando alla domanda iniziale, se, dopo la sera scorsa, mi domandassero “esiste la perfezione nella musica?”, non potrei far altro che rispondere: “forse la perfezione no, ma ciò che si è visto a Padova ci si avvicinava molto”.
Se volete un piccolo assaggio, comprate il CD “Trilogia 1983-1989” che racchiude l’avvio di questo tour magico (con registrazione delle date di Milano del 30 e 31 gennaio). Ma si tratterebbe proprio di un semplice assaggio, perché ascoltarli dal vivo è tutto un altro pianeta…


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martedì 26 marzo 2013

Perugia: Festival del Giornalismo e giornalisti di frontiera

Il Festival del Giornalismo di Perugia, giunto alla sua settima edizione, "pone al centro la frontiera".

Sarà infatti proprio il giornalismo di frontiera a farla da padrone in questo 2013: dal 24 al 28 aprile, il capoluogo umbro vedrà avvicendarsi grandi nomi del panorama giornalistico mondiale, tra i quali Yoani Sanchez, blogger e giornalista dissidente cubana, Mathew Ingram, tra i più grandi esperti di nuovi media, con il quale sarà utile confrontarsi e "fare il punto" su come stia cambiando e sia cambiata la professione del giornalista nell'era digitale, in cui il cartaceo arranca e la rete è un contenitore di informazioni inarrestabile, oltre che giornalisti di calibro del panorama nazionale, da direttori di testata a corrispondenti in "zone calde".

Nel corso della manifestazione si ricorderanno Enzo Biagi e Walter Tobagi.
Proprio a Tobagi, giornalista assassinato dalle Brigate Rosse, sarà dedicato un premio.

Il sito ufficiale dell'evento: http://www.festivaldelgiornalismo.com/

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lunedì 25 marzo 2013

Presentata a Venezia la VI edizione di "Incroci di Civiltà"

Presentata oggi all'Università Ca' Foscari di Venezia, la sesta edizione di "Incroci di Civiltà", festival internazionale di letteratura.

La manifestazione si svolgerà in città dal 10 al 13 aprile, in varie sedi ( (Ateneo Veneto, Auditorium Santa Margherita, Multisala Giorgione, Fondazione Querini Stampalia, Palazzo Grassi, Teatro Carlo Goldoni e Palazzo Pesaro Papafava).
Gli eventi collaterali al festival, comunque, avranno inizio già dal giorno 8 aprile, con un'anteprima che precederà l'inaugurazione ufficiale del 10 aprile.

Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito, ma è necessario, per motivi organizzativi, prenotarsi online al sito ufficiale del festival: http://www.incrocidicivilta.org.

A questo link è presente anche il programma completo della manifestazione.

Inutile dire che si tratta di un evento di altissimo profilo, che ha saputo porre al centro la ricerca della letteratura internazionale di qualità, e come tale rappresenta un unicum rispetto a tutti quei festival, benché numerosi, più attenti al richiamo svolto da autori di grido o all'insegna dell'autoreferenzialità, che non alla reale qualità del progetto.

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domenica 24 marzo 2013

Trieste: "La metafora del perturbante" di Ricardo Cinalli

Si apre al Salone degli Incanti di Trieste (Riva Nazario Sauro, 1) la mostra "La metafora del perturbante", del noto pittore argentino - di origine italiana - Ricardo Cinalli, realizzata dall'associazione culturale Woland, dalla casa editrice Elzeviro, con il patrocinio del Comune di Trieste.

L'esposizione potrà essere ammirata fino al 27 aprile, e rappresenta una selezione di 52 opere.

orari apertura: martedì - venerdì 17-20; festivi 10-20
ingresso: 6 € (interi); 4 € (ridotti); gratis (fino a 14 anni)

sito ufficiale della mostra: http://www.lametaforadelperturbante.it/

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sabato 23 marzo 2013

Foto inedita di Ungaretti affiora dopo quasi un secolo

Giuseppe Ungaretti è in secondo piano, la sua immagine si nota, in piedi, tra i due soldati in primo piano sulla sinistra (1917) - cliccare sull'immagine per ingrandirla

Una foto inedita dell'Ungaretti soldato, che il tempo ha lasciato intatta, è stata restituita alla memoria a quasi cento anni dalla Grande Guerra.
Così, ecco un nuovo tassello della vita del poeta, che con rara acutezza ci ha raccontato degli scenari di guerra di quel Carso, che oggi appare soltanto come un silenzioso, brullo e desolato concetto, sovrastante la città di Trieste ed il suo golfo, ma ieri rimbombava di grida e boati.

Tassello, peraltro, superfluo, pleonastico,  come meglio si voglia dire, se considerato in sé. Ma estremamente interessante per quella schiera di ammiratori che ruotano intorno alla figura del poeta.

La foto potrà essere ammirata, a partire dal 30 marzo, in una mostra che si terrà a San Martino del Carso, dal titolo "San Martino del Carso, il poeta e l'albero isolato".
Una retrospettiva su Ungaretti e, più in particolare, sulla sua figura di poeta-soldato, ponendo l'accento specificamente sulla "sua" guerra.
Proprio nei pressi di San Martino, il poeta "giocò" il momento più duro del periodo bellico, trovandosi a dover affrontare la difficile vita della trincea di prima linea.

E proprio qui, nasceranno le fondamenta della sua lirica, che tanta importanza ebbe (ed ha) nel panorama della letteratura italiana del Novecento.


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Bologna: Laurea ad honorem per Daniel Pennac

L'Ateneo di Bologna, facoltà di Pedagogia, conferisce la laurea honoris causam allo scrittore francese Daniel Pennac, famoso in tutto il mondo per aver dato vita al celebre Benjamin Malaussène, protagonista di un ciclo di romanzi che ha segnato l'intero ultimo decennio del Novecento.
La cerimonia di consegna si svolgerà martedì prossimo.

Scrittore, oltre che a lungo insegnante, Pennac ha conosciuto il suo primo successo editoriale con La Fata Carabina (1987, pubblicato in Italia nel 1992), secondo titolo del "Ciclo Malaussène".




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giovedì 14 febbraio 2013

Addio a Gabriele Basilico, maestro del paesaggio urbano

Non servono grandi celebrazioni tramite la parola, per omaggiare colui che fece dell'immagine il suo principale mezzo espressivo.
Certo, la morte di Gabriele Basilico lascia un vuoto non solo nel mondo della fotografia, ma anche in quel mondo urbano, fatto di strade ed edifici, che abbiamo imparato a conoscere attraverso i suoi scatti e i suoi occhi.

Evidentemente, questo affascinante groviglio di cemento vivo non sarà lo stesso, da oggi.





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Quegli psicograffiti di Ugo Guarino...



La stupidità.
Non vi è altro modo di definire la cancellazione dei murales dell’ex OPP di Trieste, un pezzo di storia italiana, nonché il luogo da cui ebbe inizio la Rivoluzione di Franco Basaglia.
Arte, storia e società si fondevano, a Trieste, nel ricordo di quei magici anni Settanta in cui quella città relegata a centro di confine senza più il suo entroterra si riscattava attraverso la grande rivoluzione che, di lì a pochi anni, avrebbe incluso nuovamente i suoi figli “infermi di mente” nel contesto dei “normali”.
Quelle erano opere di Ugo Guarino, artista e vignettista, che raccontava in quegli stessi, difficili quanto entusiasmanti anni, quanto stesse accadendo “tra il dentro e il fuori”.
Anche il graffito più di ogni altro simbolo di quei tempi, che recitava “LA LIBERTÀ È TERAPEUTICA”, non esiste più.

Pare quasi che una mano di vernice anonima abbia voluto cancellare quel che rimaneva del simbolo di un’epoca.
Quale senso, se non il non-senso dell’idiozia umana, può cancellare qualcosa che, prima che arte, è memoria collettiva?

Non vi è molto di cui andare fieri nella Trieste degli ultimi anni. Quello del reinserimento dei malati di mente è stato in assoluto il più grande fermento culturale e sociale che la città di Trieste abbia conosciuto negli ultimi 50 anni.
E quell’arte lo aveva testimoniato giorno per giorno, e ancora restava lì, tra il ricordo e il monito. Fino a ieri.
Quella fu l’ultima volta in cui da Trieste partì qualcosa che travolse l’Italia intera (e non solo l’Italia). Evidentemente, era qualcosa di cui disfarsi. E ci si scusi se non se ne capisce il perché.



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