venerdì 6 maggio 2016

Quarant'anni fa il terremoto del Friuli

Erano le 21,00 del 6 maggio 1976 quando la terra in Friuli tremò, portando morte e distruzione. Fu una delle più gravi calamità del XX secolo in Italia.

Per omaggiare le vittime, e anche un popolo coraggioso che più di ogni altro ha saputo reagire alla tragedia, seguiamo le orme di uno dei più grandi registi italiani, Pupi Avati.

Durante la scossa di quel 6 maggio, il regista era intento nelle riprese del film "La casa dalle finestre che ridono". Nonostante vi fossero circa 250 km a separare l'epicentro dal luogo delle riprese (alta pianura emiliana) il movimento della macchina da presa fu ottimamente percepibile.

Il regista, successivamente, decise di non tagliare del tutto la scena in fase di montaggio, ma lasciò alcuni istanti in cui è evidente il tremore.

Così, Pupi Avati ha testimoniato ed eternizzato in un famoso capitolo del nostro cinema l'avvio di quegli attimi terribili, per il Friuli e per l'Italia intera.

Quasi mille persone perirono, gran parte dell'alto e del medio Friuli furono devastate. La pedemontana friulana, in particolare, pagò il prezzo di vite più alto.

Eppure, da quella immane tragedia, il Friuli ha saputo rinascere, rimanendo purtroppo un esempio unico nella storia d'Italia. In soli dieci anni la ricostruzione poté dirsi completata.



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