Come deve essere la poesia del secolo XXI? Una domanda
stupida come poche, ma ogni tanto si sente parlare anche di questo.
Già "come DEVE" è un concetto contrario a
qualsiasi logica poetica, ammesso ne esista una. Ma ciò è ancor più vero in
un'epoca che può attingere da un patrimonio stilistico passato che non conosce
eguali nella storia della letteratura. Quelle che un tempo erano innovazioni e sperimentazioni,
ora sono consolidate. Ecco che, dunque, è la coscienza, il gusto e la
formazione di ciascun poeta a dover decidere come la poesia "debba"
essere.
La deriva del "semplice", che taluni propugnano
come naturale evoluzione del linguaggio poetico - sulla base di una non meglio
precisata capacità di "raggiungere il più alto numero di persone
possibili", è in realtà una sciocca illusione. Anzitutto perché la linea
tra la "semplicità" e la "banalità" è assai labile, e se è
vero che una poesia semplice può divenire, in certi contesti, un valore
aggiunto, è anche vero che non esiste nulla di peggio di una poesia banale,
sempre che di poesia si possa in questo caso parlare. Poi, per quanto detto
prima: non esiste una strada maestra, specie in un'epoca in cui le strade
maestre sono già state stracciate e reinventate più volte.
Se la strada maestra da calcare, nell'epoca odierna, deve
essere - come auspicano alcuni - all'insegna di una fantomatica semplicità,
meglio restare a ribattere quei sentieri che si stanno coprendo di erbacce,
come il Simbolismo e quella sua arte poetica criptica che contiene un segreto da
svelare e che nessuno detiene, ad esempio. Meglio le difficoltà tortuose per lo scrittore e
per il lettore. Meglio tante altre cose. Meglio il reale impegno civile e
sociale.
Se invece, come ritiene chi scrive, e come non sembra
negabile, la poesia ha raggiunto una capillarizzazione stilistica, inutile
chiudere i rubinetti. Godiamoci la fortuna di poter guardare alle mille
sfaccettature della poesia passata e di poter essere ciò che preferiamo.
Semplici o criptici, su un piano o su cento piani. Questo lusso, in altri
tempi, non sarebbe stato possibile.
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