sabato 12 gennaio 2013

Interviste d'Arte: GIUSEPPE COSSIDENTE



Giuseppe Cossidente è un appassionato di fotografia, nato ad Addis Abeba (Etiopia) da nonno italiano.
Vive oggi a Casarsa della Delizia, Pordenone.
Parlare con lui di fotografia è senz’altro una grande esperienza, come ricca di esperienza e fatica è la sua vita, specie quella parte che fu segnata, in età adolescenziale, dalla fuga dallo Stato in cui era nato, scosso dalle difficili vicende politiche degli anni Settanta e dal dover, a fatica, ricominciare tutto da capo in quell’Italia che per lui, fino ad allora, era stata un luogo pressoché sconosciuto.
Giuseppe, o Bepi, come lo chiamano tutti, si è dato da fare con dedizione, riuscendo a lavorare, studiare e, soprattutto, appassionarsi alla fotografia sino a raggiungere degli ottimi livelli, specie nel ritratto.
Quando si parla con lui, si percepisce in modo evidente quel senso di passione, di emozione, di entusiasmo coinvolgente, che in nessuna forma artistica dovrebbe mai mancare.
Questo è il segreto dell’Arte, amare ciò che si fa, non cercare il successo ma se stessi, il proprio equilibrio, la propria gioia.
Tutte cose che in Bepi, quando parla di fotografia, si leggono negli occhi.
Per questo saranno proprio le sue parole a guidarci in questo viaggio…

Quando è nata la tua passione per la fotografia?
La mia passione per la fotografia nacque più o meno nel 1986, quando acquistai la mia prima Reflex a pellicola, una Minolta X-300, per fotografare le mie gite domenicali. Mi prestò il mio primo manuale di Fotografia, il mio amico e grandissimo fotografo Vittorio Battellini, che tutt'ora esercita la professione ad altissimi livelli ed a livello europeo e ha la sua attività a Casarsa. Compravo anche riviste fotografiche ed altri libri fotografici, approfondendo la tecnica, che è importante nella fotografia, dopo il cuore e gli occhi.
Molto presto però, mi resi conto che la Fotografia era un po' come disegnare o dipingere, attività che amavo già da bambino.
Iniziai a fotografare di tutto, ma soprattutto Fiori, Tramonti e le mie prima modelle, le mie sorelle, più piccole e la mia ragazza, che poi divenne moglie qualche anno dopo. Dopo un po', le Modelle, come tutte quelle non retribuite iniziarono ad essere poco disponibili. Ma dovevo comunque sfogare la mia voglia di fotografare, che poi era abbastanza costosa, tra rullini, sviluppo e stampa.
Nello stesso periodo, iniziai ad annotare nei negozi fotografici dei bandi di concorsi fotografici a livello locale, perché erano decisamente uno stimolo per la mia passione...e poi, c'erano premi interessanti..!
Sempre in quegli anni iniziai a stampare in bianco e nero a casa mia, dove stavo chiuso per ore ed ore nella camera oscura. Era bellissimo vedere materializzarsi le foto scattate sulla carta e poter intervenire sulla luminosità e sul contrasto a zone, mascherando alcune parti della foto per differenziare l'esposizione e far apparire l'immagini che avevo visto ed immaginato durante il momento dello scatto. Una magia..!!
Vinsi il mio primo concorso a livello locale a Ramuscello. Poi, seguì un altra vittoria a Pravisdomini e vari piazzamenti ed apprezzamenti in altri concorsi. Questa è la fase in cui scoprii di amare la fotografia di persone. Con questa prima vincita e un po' di risparmi, acquistai la mia prima Nikon Meccanica e professionale, una FM2 New e le prime ottiche fisse di qualità. Da allora ad oggi, fotografo sempre con questa marca di fotocamere ed ottiche.

Come la fotografia ha cambiato il tuo modo di concepire la realtà, se ciò è accaduto?
La passione per la fotografia, ha letteralmente cambiato il mio modo di vedere le persone e tutto ciò che mi sta intorno. Non solo la realtà, ma anche le piccole cose. Per fare un esempio concreto, quando andavo al cinema (attività che amo), vedevo tutto con occhi diversi. Vedevo le inquadrature, la direzione della luce e la composizione. Insomma, vedevo il mondo con occhi diversi. Iniziai a collaborare occasionalmente con uno studio fotografico, che operava a livello regionale, che oggi è diventato un leader mondiale nel suo settore. Nel 1995, aprii la mia attività, mantenendo, in ogni caso, prevalente la mia attività lavorativa precedente, ed iniziai a realizzare dei sevizi per matrimoni, alcuni ritratti in studio e qualche lavoretto pubblicitario. Tutto ciò con un grandissimo entusiasmo e passione, curando in modo particolare il rapporto con le persone, e la qualità delle fotografie, attraverso fotocamere Hasselblad e le sue ottiche superbe.
Per anni lavoravo di giorno in fabbrica e di sera incollavo le foto negli album e selezionavo i provini per vederle insieme ai committenti. Devo dire che ho avuto delle soddisfazioni incredibili, sia per il riscontro nelle mostre periodiche durante la festa del Vino a Casarsa della Delizia e dall'affetto delle coppie che ho fotografato negli anni, fino al 2007, quando stremato per la fatica di svolgere due attività, smisi di esercitarlo come professione.
Tutt'ora delle coppie, mi rincorrono con i loro figli vedendomi da qualche parte, per salutarmi, ringraziarmi e dire a loro figli, dicendo “Questo è Giuseppe, il nostro Fotografo..!”. Non immagini quanta emozione e felicità, essere riconosciuto ed apprezzato con affetto.

Hai collaborato a progetti con altri fotografi di recente? Se sì, di che progetti si tratta?
Direi che devo senz’altro citare il gruppo fotografico di FB, “Foto Maniaci”, fondato dall'Avvocato Alessandro Da Re e dall'Imprenditore Dr.Marco Zanussi. Un gruppo nato, quasi per caso, dopo una serata Pizza, che organizzai nel Giugno 2011, invitando una ventina di amici appassionati di fotografia, tra i quali anche un grande fotografo di paesaggio e non solo, come Francesco Galifi.
Una bellissima serata che ricordo con affetto. Circa un mese dopo, Marco ed Alessandro fondavano il gruppo FB, che oggi conta più di 6000 membri di tutti i livelli, appassionati e professionisti di tutto il mondo. Bisogna dare merito ai due fondatori ed amministratori che lavorano molto intensamente. Nel Giugno dell'anno scorso [2012, n.d.r.] vi fu la nostra prima mostra collettiva, nell'ambito della manifestazione “Pordenone Pensa”. Più di 800 fotografie inviate da tutto il mondo e circa 80 ingrandimenti esposti, oltre al concerto per piano solo di Remo Anzovino, durante il quale sono stati proiettati le circa 800 fotografie, in presenza di Oliviero Toscani, uno dei miei idoli, che stimolarono da sempre la mia passione per la fotografia. Che grande emozione stingergli la mano, fotografarlo e farsi scattare delle foto di ricordo..!

La fotografia digitale e la postproduzione digitale: le senti più come delle opportunità o come una involuzione dell'arte fotografica?
Agli inizi, la fotografia digitale non convinse nessuno, soprattutto per la resa qualitativamente scarsa, in rapporto alle alte cifre che si spendevano per attrezzarsi.
Tuttavia, impensabilmente, in pochissimi anni colossi della fotografia come Kodak ed altri, sono falliti, sopraffatti dalla diffusione del Digitale che ormai ha un qualità incredibilmente alta, non avendo saputo evolversi alla stessa velocità. Il digitale ha, oggi, un vantaggio enorme, per immediatezza e costi di gestione più bassi, anche per la gente comune. Situazione in sostanza invertita rispetto alle “origini”. Mentre, nella post-produzione, non si fa altro che intervenire sull'immagine grezza (Raw) ottimizzandolo, così come faceva un laboratorio professionale, su indicazione del fotografo o come si interveniva in camera oscura per produrre stampe in bianco nero Fine Art, di ottima qualità.
La tecnologia impone al fotografo moderno di aggiornarsi e di studiare nuovamente, ma le basi della fotografia sono rimaste tali.

Quali caratteristiche cerchi in un ritratto? Il "click", per te, è un momento ponderato e consapevole, o piuttosto puro istinto?
In un ritratto, per come la vedo io, quello che conta sarà, anzitutto, l'emozione finale che trasmetterà la fotografia al soggetto ritratto, ma non solo..!
Mi emoziono mentre fotografo una persona (anche se non lo faccio vedere...) ma percepisco anche l'emozione di chi posa. Quindi, direi che siano importantissime una sensibilità alta ed una passione grandissima. Poi, c'è l'aspetto tecnico che non deve essere secondario: uno sfondo sfocato o a fuoco, possono distogliere o attrarre l'attenzione di un osservatore; una ottica non adatta, può deformare o restituire le proporzioni di un viso alterate.
Per me, in ogni caso, scattare un ritratto è diventato istintivo, perché la tecnica è ormai assimilata. Non ci penso, ma la applico. È come quando ti presenti davanti ad una commissione d’esame e, fino ad un secondo prima, ti sembra di non farcela... Poi ti fanno una domanda e la risposta viene, perché avevi studiato. La preparazione e lo studio sono sempre importanti, in qualsiasi cosa, se la si vuol fare decentemente.


Hai un aneddoto, un episodio nel tuo lavoro che ti ha reso particolarmente felice, che giudichi particolarmente emozionante o che senti di voler condividere e ricordare?
Ti ho raccontato un po' delle mie emozioni in generale..! Ogni scatto è una emozione, ogni riconoscimento, anche piccolo, un grazie, un abbraccio di chi è soddisfatto di uno scatto, sono riconoscimenti che valgono più di qualsiasi cifra in denaro. Questa mia attuale fase da puro fotoamatore, la considero una fase di riflessione, studio e approfondimento di tecniche e, soprattutto, un momento per dedicare tempo alle foto che sognavo di scattare, ma non mi riusciva per mancanza di tempo e mezzi. Ora lo posso fare per me, per la mia felicità interiore, ma anche per approfondire la tecnica. Si sa, con i tempi che stiamo vivendo, le certezze sono poche e saper fare un mestiere in più può essere utile. 



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credito immagini: Giuseppe Cossidente, fotografato da Davide Cossidente - per espressa autorizzazione dell'autore - vietato ogni uso non autorizzato

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