Il 19 gennaio 1980 moriva, a Roma, il cantautore livornese
Piero Ciampi.
La consacrazione dell’artista
è fatto recente, postumo, come sovente accade.
La riscoperta di questo, è il caso di dirlo, pezzo di storia
della musica italiana, non è che vicenda degli anni Novanta, ad un decennio ed
oltre dalla sua morte, e più ancora del primo decennio degli anni Duemila.
La sua malinconia in commistione con l’ironia, i suoi testi
struggenti, sono il suo marchio di fabbrica.
Difficile scrivere di Piero.
Difficile scrivere di Piero.
Una vita difficile, un percorso artistico in sordina, pur con qualche acuto.
I (troppo) pochi riconoscimenti, le poche amicizie sincere con alcuni artisti (quali Gino Paoli), lo spazio, sempre troppo poco, nell’Italia degli anni Settanta.
L’alcol e la fine, e peggio l’oblio.
I (troppo) pochi riconoscimenti, le poche amicizie sincere con alcuni artisti (quali Gino Paoli), lo spazio, sempre troppo poco, nell’Italia degli anni Settanta.
L’alcol e la fine, e peggio l’oblio.
Fino agli anni Novanta, appunto, quando la fondazione del
premio che porta il suo nome (1995) ne ha determinato una lenta ascesa nella
conoscenza e nella memoria collettiva (e, potremmo dire, nella coscienza).
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Premio Ciampi - Città di Livorno
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credito immagine: La Nazione (edizione Livorno)
video: Youtube
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