mercoledì 1 gennaio 2014

Il mandolino e l'italianità perduta

Il naufragio dell'italianità del mandolino è la malsana conseguenza del luogo comune: dallo strumento simbolo dell'Italia per antonomasia, esso ha finito per vedere il suo nome legato a vicende a dir poco negative, sino addirittura a vedersi spodestato del suo ruolo e relegato a simbolo della mafia.
Questo versatile ed ottimo strumento musicale a corda ha perso così la sua stessa ragion d'essere, costretto, come tanti compatrioti, ad emigrare altrove, dove le sue potenzialità fossero più apprezzate.
Così come avviene, solo per citarne alcuni, in Germania, in Giappone e, soprattutto, negli Stati Uniti, dove il mandolino è considerato per ciò che è, cioè un fedele amico del musicista professionista come del dilettante, in grado di far assaporare tra le sue corde il gusto di un Vivaldi, come di una canzone popolare, di una ballata rock come di un ruvido blues. Perché questo è il mandolino, strumento in grado di cantare (perché il mandolino non si suona, si canta) una musica colta come una musica decisamente più country (non per nulla, negli States le sue corde abbracciano prevalentemente il genere bluegrass).

Il fastidio ed il senso snobbistico che nutre l'Italia verso questo suo "figlio" è decisamente immotivato, per quanto certo la macchietta dell'italiano sempre affiancato al suo mandolino abbia contribuito, ad un certo punto, a farci storcere il naso e a lasciare lo strumento alla polvere, decaduto in un oblio incolpevole.

Anche la diffusione della pratica mandolinistica in Italia è qualcosa di pressoché inesistente. E tutto ciò, nonostante esistano dei veri amanti dello strumento che ancora cercano di farne apprezzare le potenzialità (molti dei quali confluiscono nella FMI, Federazione Mandolinistica Italiana). Ma è alla pratica da autodidatta che mi riferisco, in particolare. Quella che oltreoceano può contare su numerosi punti di riferimento, sia attraverso centinaia di pubblicazioni specifiche (per il 99% in lingua inglese; tra esse, una delle più complete per il principiante e l'intermedio appartiene alla fortunata serie "for Dummies", si intitola "Mandolin for Dummies" ed è scritta da Don Julin), sia attraverso la risorsa internet, che spazia da più o meno interessanti video su Youtube, sino a portali dedicati alla passione per l'otto corde, quali Mandolin Cafè
Per notare come ormai il mandolino sia uno strumento ben poco italiano, basti considerare che il materiale in lingua italiana per avvicinarsi alla pratica rappresenta una partizione misera della minima parte del totale dei metodi.
Qualcosa abbiamo anche noi, è vero, ma è ben poca cosa se paragonato alle risorse in lingua inglese, non solo più numerose, ma anche più complete. Spulciando tra i tanti metodi funzionali per il principiante, ci rendiamo conto addirittura che non solo la lingua inglese, ma anche la lingua francese, offrono più dei prodotti in lingua italiana.

Ecco che allora sarebbe il caso di dire che il mandolino non appartiene più alla nostra cultura. Non così tanto, almeno, da poter rappresentare uno dei simboli della nostra musica.
Lo è stato nel passato, ma oggi, un po' per ignoranza, un po' per tutti quei luoghi comuni di cui già si è detto, è solo un piacevole tremolo tra le righe del "tutto il resto". E chi suona il mandolino è una mosca bianca, costretto troppo spesso a far passare in sordina questa sua passione, per quanto pochi strumenti siano in grado di dare ciò che dà il mandolino.

RISORSE UTILI PER IL MANDOLINISTA
Federazione Mandolinistica Italiana
Mandolin Cafè
Mandolin for Dummies



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