Questa non è una recensione, anche perché cadrebbe con una
tempistica decisamente fuori tempo massimo.
Non mi soffermerò dunque sul film in sé, che non necessita più di presentazioni (e che molti avranno ormai avuto modo e fortuna di vedere).
Quanto più interessa, ora, è la serie di candidature, strameritate, che fioccano da ogni dove.
Solo nell’ultima settimana sono arrivate quella in Spagna al premio Goya (come miglior film europeo) e quella inglese ai BAFTA per miglior film non in lingua inglese (che si aggiunge alle altre candidature britanniche, ai London Critic Circle Film Awards e ai BIFA). E, nel frattempo, negli USA viene sfondata la “soglia psicologica” del milione di dollari di incasso.
Non mi soffermerò dunque sul film in sé, che non necessita più di presentazioni (e che molti avranno ormai avuto modo e fortuna di vedere).
Quanto più interessa, ora, è la serie di candidature, strameritate, che fioccano da ogni dove.
Solo nell’ultima settimana sono arrivate quella in Spagna al premio Goya (come miglior film europeo) e quella inglese ai BAFTA per miglior film non in lingua inglese (che si aggiunge alle altre candidature britanniche, ai London Critic Circle Film Awards e ai BIFA). E, nel frattempo, negli USA viene sfondata la “soglia psicologica” del milione di dollari di incasso.
“La Grande Bellezza” è il miglior film del regista partenopeo Sorrentino, che già aveva toccato alti livelli con lavori come “Le Conseguenze dell’Amore” e “This Must be the Place”. Ora, mentre instancabile si cimenta con un nuovo film (“In the Future”, con Michael Caine), che dovrebbe uscire nel 2015, ecco la pioggia di nomination (che si aggiungono alle molte altre e ai premi già vinti).
Uno spaccato disincantato della decadenza quotidiana del nostro Paese, ma soprattutto un film che è una serie interminabile di spunti di riflessione, di immagini talora di felliniana memoria, di silenzi e di dialoghi perentori, di considerazioni universali sulla vita e particolari sulla società, sotto il segno del miglior Sorrentino, quello che abbiamo ormai imparato a conoscere e ad amare.
Il tutto unito ad una interpretazione magistrale di Toni Servillo, ma anche di Carlo Verdone e di Sabrina Ferilli, tutti già vincitori del Nastro d’Argento (come miglior attore protagonista e come migliori attori non protagonisti).
Chi scrive non è un critico cinematografico e si guarda bene
dall’esserlo. Chi scrive lascia parlare i suoi sentimenti e le tante,
tantissime riflessioni che da questo capolavoro, è il caso di dirlo,
scaturiscono.
Per questo, vedere che finalmente il cinema italiano ritrova
prepotentemente e meritatamente quell’attenzione internazionale a lungo
negatagli, non può non donare un senso di orgoglio.
Sperando che i riconoscimenti internazionali si
concretizzino, ed aspettando di sapere se “La Grande Bellezza” potrà
rappresentare degnamente il nostro cinema anche alla Notte degli Oscar (l’annuncio
delle nomination si avrà giovedì 16 gennaio), l’Italia si gode, finalmente, il
ritorno nel ruolo che le spetta nel mondo del cinema. Grazie a Paolo
Sorrentino.
immagine: locandina cinematografica
credito: comingsoon.it
credito: comingsoon.it
Nessun commento:
Posta un commento