Il 21 febbraio 1852, ovvero esattamente 159 anni fa, moriva a Mosca Nikolaj Vasil’evič Gogol’, uno dei massimi scrittori sovietici del XIX secolo.
Non così conosciuto al pubblico italiano medio, rispetto ad alcuni suoi contemporanei, quali Puškin (di cui era peraltro grande amico) e Tolstoj, è stato tuttavia un geniale rivisitatore della realtà del suo tempo nella sua crudezza.
Il suo stile nei racconti è carico di componenti tragicomiche, di situazioni drammatiche e macabre, sempre proposte con sottile vena umoristica, ed influenzerà un filone della letteratura sovietica (e non solo) in modo assolutamente incisivo (basti pensare, ad esempio, alle opere di Daniil Charms, che ad oltre un settantennio dalla morte di Gogol’, ancora ricorderanno nello stile il “maestro letterario”).
Nonostante la sua vita piuttosto breve (morì a 43 anni), scrisse moltissimi racconti (tra i più celebri basti qui ricordare I Racconti di Pietroburgo e Le Anime Morte), e visse in varie città europee (a parte Mosca e Pietroburgo, soggiornò in Germania, Francia, Svizzera, Cecoslovacchia e Italia).
Impossibile condensare la sua carriera letteraria così vasta in così poco spazio, ma giusto rendergli un piccolo omaggio, nell’anniversario della morte, come merita un grande letterato come lui.
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