Si sa, in tempo di crisi ogni
potenziale sbocco lavorativo diviene interessante. Ma prima di lanciarsi in un
mondo come quello editoriale bisogna chiarificarsi un minimo le idee.
In campo letterario esistono tre
professioni che generano interesse crescente, ma di cui si sa poco (e spesso ci
si confonde tra una e l'altra): il correttore di bozze, l'editor ed il
ghostwriter.
Quando parlo di "professioni
abbastanza richieste" è, comunque, il caso di sottolineare "a livello
potenziale".
Iniziamo con la prima: il
correttore di bozze.
Questo professionista si occupa
prevalentemente di eliminare i refusi ortografici e di seguire delle linee
stilistiche basilari imposte dalle case editrici. Generalmente, infatti, questo
soggetto si propone alle case editrici, talvolta come dipendente, talvolta come
collaboratore esterno. In ogni caso raramente si rivolge direttamente agli
autori. Per "linee stilistiche basilari" si intendono quei rilievi
diversi dall'errore ortografico, ma che la casa editrice può intendere
modificare per svariati motivi (esempio: l'uso/abuso della "d"
eufonica, le virgolette caporali per quelle alte, i neologismi o gli arcaismi,
etc.).
Passiamo all'editor.
Questo professionista, che
integra il correttore di bozze (talora, è il caso di dirlo, le due figure
coincidono) ha una funzione più "pesante", sotto il profilo della
scrittura, rispetto al precedente. Capita infatti spesso che debba riscrivere
totalmente delle sezioni, dei paragrafi, solo per "amalgamare meglio"
il testo, o per renderlo stilisticamente migliore o più in linea con una certa
politica editoriale. Lavora per le case editrici ma può rivolgersi anche
direttamente agli autori.
Infine, il ghostwriter.
Intorno a questa figura ruota una
certa aura di mistero. Il ghostwriter è un vero e proprio "scrittore su
commissione". Una "penna per idee altrui". Talora la differenza
tra editor e ghostwriter può risultare labile, poiché spesso ciò che varia è la
quantità più che la qualità. Il ghostwriter dovrebbe partire da un'idea, da uno
scheletro, da una bozza altrui, per svilupparla praticamente da zero. Questa
figura si rivolge direttamente ai (potenziali) autori.
Ciò premesso, quali sono i
requisiti per avviarsi a queste professioni?
I tre dovrebbero avere in comune
(necessariamente) una forte passione per la lettura ed una innata predilezione
(e talento) per la scrittura. Ai primi due, in genere, è richiesta una laurea
in materie letterarie. Vero è che al correttore di bozze puro basterebbe anche
la sola passione per la lettura, visto che la sua mansione è abbastanza
meccanica, ma è anche vero, come già sottolineato, che spesso il correttore di
bozze è anche editor e viceversa.
Il ghostwriter deve anche avere
una continua capacità di vendersi e stare sul mercato, pur restando
sostanzialmente nell'ombra. Un compito alquanto arduo.
credito immagine: pixabay.com
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