Labirinto filosofico di cui il
centro è l'inizio e il punto di arrivo. Così, circa un'ora e mezza di lectio
magistralis del filosofo professor Cacciari, al Teatro Verdi di Pordenone, che
qui presenta il suo ultimo libro, "Labirinto filosofico", edito da
Adelphi.
Un viaggio che ha toccato diverse
tematiche, dalla metafisica all'ermeneutica, intrecciando Hegel con Kant,
Platone, Aristotele, Socrate, Nietzsche.
L'hegelismo e il kantismo, prima
di tutto. L'idea stessa di ricerca filosofica, di rapporto tra scienza e
filosofia, del loro dialogare, dei loro contrasti. E poi, l'impulso alla
categorizzazione, l'interrogativo, il non interrogativo, la conoscenza
dell'indicibile, i limiti del linguaggio e dei suoi abissi di ambiguità e di
vaghezza. Il mezzo che è prigione e la prigione che è mezzo.
Un lungo peregrinare attraverso
varie tappe della filosofia occidentale, partendo da un discorso puramente
ontologico, sull'Essere e sull'Ente, sui loro rapporti ma soprattutto
sull'identità dell'Ente e sui limiti del
logos nel coglierlo, nel
determinarlo.
Non manca neppure lo spazio per
una piccola polemica contro l'approccio "storico" della filosofia,
soprattutto nelle scuole, che Cacciari definisce una "marcetta
filosofica". La scuola, sottolinea lui, dovrebbe partire dai testi dei
filosofi e solo da lì ricostruire il pensiero di ciascuno.
Ha moderato il giornalista
Armando Torno, del Corriere della Sera.
credito immagine: foto di Roberto Vicario - CC BY SA
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